Vi segnalo: Master Produzioni e linguaggi Radio Tv


Vi segnalo il Master di I livello in Produzioni e Linguaggi Cinema, Video e Tv, coordinato dal Prof. Vito Zagarrio, che si tiene presso l’Università Roma Tre, dipartimento Comunicazione e Spettacolo, nel quale sono titolare del modulo didattico dedicato alla Narrazione Crossmediale.

Le preiscrizioni si chiudono il prossimo 15 novembre.

Di seguito, a titolo informativo, il programma dell’edizione 2010 del Master,  mentre per scaricare il bando dell’edizione A.A. 2010/2011 vi rimando al sito del Master.

PROGRAMMA DEL MASTER EDIZIONE 2010

La struttura didattica è indirizzata alla realizzazione di un prodotto audiovisivo (cortometraggio, documentario, pilota televisivo etc.) che possa servire da biglietto da visita per lo studente nel proseguimento della sua carriera professionale. Dopo una prima fase maggiormente teorica nella quale si appianeranno eventuali carenze storico-critiche, il corso si focalizzerà sulle varie fasi produttive: sceneggiatura, produzione, regia, montaggio, promozione.

Moduli di insegnamento

Storia e Critica del Cinema – – Docente Vito Zagarrio (60 ore)

Narrazione Cine&Tv – Docente Barbara Maio (60 ore)

Istituzioni di Regia – Docente Vito Zagarrio (60 ore)

Regia – Docente Alex Infascelli (50 ore)

Produzione – Docente Fabrizio Razza (40 ore)

Montaggio – Docente Pierpaolo De Sanctis (30 ore)

Sceneggiatura – Docente Ivan Cotroneo (30 ore)

Storia e Critica della Televisione – Docente Barbara Maio (60 ore)

Documentario – Docente Francesco Crispino (25 ore)

Narrazione Crossmediale – Docente Corrado Peperoni (30 ore)

Assistenza alla regia – Docente Emiliano Aiello (10 ore)

Le macchine e le attrezzature – Docente Christian Carmosino (10 ore)

Comunicazione Digitale – Docente Mauro Corsetti (50 ore)

Organizzazione e Produzione Audiovisiva – Docente Silvia Geminiani (40 ore)

Il corso viene completato da alcuni incontri con una psicologa per una efficace preparazione al colloquio di stage o di lavoro, dalla partecipazione a seminari e convegni (interni ed esterni all’Università) e dalla partecipazione a programmi tv e visite di set.

A presto.

Cor.P

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Vi segnalo: Fumetti e nXm


«La verità è che di fondo c’è sem­pre la scrit­tura, il grande codice sor­gente di qual­siasi opera crea­tiva.
E si badi, dicendo que­sto, com­prendo anche arti stret­ta­mente figu­ra­tive come la pit­tura e la scul­tura che sono por­ta­trici sane di una scrit­tura impli­cita che viene prima del gesto e che codi­fica il pen­siero.»

…dal sito www.lospaziobianco.it segnalo    questa interessante intervista a Roberto Recchioni (autore, tra molte altre cose, della saga di John Doe…) sul fumetto nell’era della fruizione espansa e della narrazione crossmediale. L’autore è Davide Occhicone.

A presto

Cor.P

nXm: i caratteri ricorrenti


I franchise che si sviluppano lungo traiettorie crossmediali, presentano alcune caratteristiche ricorrenti, che da un lato sono funzionali ad agevolare ai creativi il compito di declinare e rilanciare la narrazione lungo molteplici canali mediali, dall’altro invitano e motivano lo spettatore ad una fruizione espansa del franchise.

Di seguito li elenco in maniera estremamente sintetica, ma questo post va intenso come introduzione ad una serie di post successivi, dedicati singolarmente ad ognuna delle voci che seguono:

•           Le storie crossmediali sono storie di complessi mondi finzionali: l’ampio respiro che esige una narrazione in grado di rilanciarsi, idealmente senza fine, da un media all’altro, rende funzionale allo scopo la creazione di universi finzionali profondamente articolati, in ampiezza e profondità…

•           Ogni singolo segmento narrativo deve poter essere fruito indipendentemente dal resto del franchise: per ora è sufficiente dire che la circostanza che ogni modulo narrativo possa essere goduto indipendentemente dalla conoscenza degli altri, garantisce al pubblico una maggiore flessibilità nell’entrare e godere del franchise, non forzandolo – ma attirandolo – a peregrinazioni da un medium all’altro.

•           Ogni singolo segmento narrativo deve fornire il suo specifico contributo alla costruzione e comprensione del franchise (cd. additive comprehension): ogni singolo modulo narrativo, qualunque sia il canale distributivo da cui è veicolato, deve fornire uno specifico contributo alla costruzione del mondo finzionale del franchise, al contempo fornendo allo spettatore informazioni aggiuntive che gli consentano di comprendere sempre meglio aspetti eventualmente solo accennati in moduli narrativi veicolati su altri media.

•           Un testo crossmediale, nel suo disperdere informazioni su più canali, fornisce un set di ruoli ed obiettivi possibili al proprio pubblico: ogni spettatore può scegliersi un ruolo stanziale (decidendo quindi di non inseguire la narrazione da un medium all’altro) o un ruolo da esploratore,  con tutte le gradazioni intermedie che possono esserci fra questi due approcci, tra loro antitetici.

•           Il gigantismo narrativo: le estensioni crossmediali trovano sovente origine da sovraccarichi della storia originaria: queste saghe possono cioè presentare linee narrative che finiscono in vicoli ciechi, perché non sviluppate a sufficienza, o lasciate volutamente in sospeso per futuri sviluppi crossmediali, poi non realizzati. Quindi una forma di narrazione che spesso promette in eccesso, per mantenere poi solo parzialmente, anche in funzione del successo commerciale ottenuto da primi moduli narrativi distribuiti.

•           Le diramazioni crossmediali devono essere coerenti con il canone del franchise: perché il franchise riesca a fidelizzare il pubblico  e motivarlo a seguire la storia da un medium all’altro, è necessario che quanto raccontato in ogni segmento contribuisca alla costruzione di un mondo coerente. La forza centrifuga di un universo finzionale in crescita deve essere compensata da una tensione centripeta, verso un nucleo coerente…

A presto

Cor.P

Wired & Wired.it


Finora ho riportato esempi di nXm appartenenti quasi esclusivamente all’ambito dell’entertainment. In questo caso faccio invece riferimento ad un altro macrosettore della comunicazione – quello dell’informazione – parlando dell’edizione italiana di Wired…

Dallo scorso 8 ottobre è online il nuovo sito web della testata.

Quello che vale la pena sottolineare qui è che al profondissimo rinnovamento del sito è corrisposto un altrettanto forte incremento del legame, del rilancio crossmediale dal magazine cartaceo ai contenuti del sito web.

Alcuni specifici articoli presenti sul cartaceo, si concludono con un numero di telefono. Effettuando uno squillo al numero telefonico in questione,  si riceve via sms un codice che, se inserito nella propria pagina web sul sito di Wired (sul quale quindi bisognerà essersi preventivamente registrati) garantisce l’accesso a contenuti aggiuntivi (testuali/audio/video) sul medesimo articolo. L’applicazione è sviluppata da una start-up italiana, la 1Ring. La scelta, a mio avviso condivisibile, è stata quella di non utilizzare il QRcode, anche se si potrebbe ulteriormente snellire il numero dei passaggi necessari ad accedere ai contenuti extra…

Il vantaggio per il lettore che si connette al sito è ovviamente la fruizione di contenuti aggiuntivi rispetto a quelli della rivista cartacea. Dal canto suo Wired raccoglie preziose informazioni sulle modalità fruitive dei propri lettori. Per completezza di informazione aggiungo che in questi primi giorni il servizio 1Ring non sempre garantisce un adeguato funzionamento. Mi è capitato più volte di digitare uno dei numeri telefonici presenti sulla rivista cartacea, senza ricevere l’sms con il codice necessario ad accedere ai contenuti aggiuntivi…

Ovviamente Wired non è l’unica testata che dalla versione cartacea a quella web, incrementa la propria offerta informativa. La differenza da riscontrare in questo caso è rilievo strategico (del resto inevitabile visto le tematiche newtech su cui Wired è prevalentente focalizzato), riconosciuto al rilancio dal cartaceo al web, ad incentivare quella migrazione, quell’inseguimento crossmediale che è tipico di questa modalità narrativa. In altri termini  a fare la differenza è l’investimento, il rafforzamento dei canali di trasmissione e reciproca evidenziazione tra la testata cartacea a quella online…

In questo senso, oltre a 1ring, è anche indicativo il servizio Follow the content, per la cui descrizione riporto le parole utilizzate da Federico Ferrazza sul sito stesso di Wired:

«…In fondo a ogni articolo ci sarà – grazie al meccanismo che abbiamo chiamato Follow the content, “segui il contenuto”– la possibilità di “abbonarsi” (gratis) a uno dei tre elementi distintivi dell’articolo stesso. Quindi se ad esempio avremo un ipotetico servizio su Mark Zuckerberg che acquista la Apple, i lettori potranno decidere di seguire da lì in avanti (finché lo vorranno) l’argomento specifico dell’articolo Zuckerberg compra la Apple, l’autore del pezzo oppure uno dei tag: Mark Zuckerberg, Steve Jobs, Facebook e Apple. Gli aggiornamenti potranno arrivare sulla pagina personale degli utenti registrati di Wired.it, nella casella email o sugli account Facebook e Twitter.»

A presto

Cor.P

L’adattamento Crossmediale


…come visto la narrazione crossmediale non va confusa con l’adattamento, con il multipiattaforma e con il multimediale.

Categoria spuria è invece quella dell’adattamento crossmediale, in cui segmenti diversi di una storia già completamente raccontata vengono riadattati su media diversi da quello originario. Si pensi ad esempio al caso di Gomorra.

L’opera di Saviano ha trovato adattamento teatrale nel 2007 e cinematografico nel 2008. Nei due canali vengono riletti segmenti diversi del libro. A teatro ad essere privilegiate sono le linee narrative inerenti i personaggi di Pasquale, Mariano, Pikachu, Kit Kat e dello Stakeholder, mentre sul grande schermo il racconto si concentra sulle linee narrative dedicate allo smaltimento illegale dei rifiuti , alle sartorie cinesi clandestine ed alla manovalanza giovanile de clan dei Casalesi.

Quindi il film e lo spettacolo teatrale, in termini di approfondimento e/o avanzamento del flusso narrativo non aggiungono nulla all’universo finzionale di Gomorra e conseguentemente non ne rappresentano un espansione crossmediale, ma un adattamento.

Tuttavia la circostanza che ognuno dei due rilegga linee narrative diverse dell’opera di Saviano implica che l’adattamento cinematografico sia complementare, e in qualche modo espanda, quello teatrale, e viceversa…in questo senso ciascun adattamento rappresenta un’espansione crossmediale dell’altro…

A presto

Cor.P

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