Per la sua linearità e semplicità, Blackbox, programma televisivo andato in onda su Mtv Italia nel primo semestre del 2008, dal lunedì al venerdi alle 14,30, è un buon esempio ‘didattico’ di transmedialità…in altri termini rende abbastanza semplice spiegare a chi non ne abbia mai sentito parlare cosa significa narrare transmedialmente.
La redazione del programma raccoglie storie di vita di persone comuni, momenti di passaggio, scelte fondamentali… Ne realizza una ricostruzione finzionale, interpretata dai protagonisti reali. In ogni puntata la ricostruzione si concentra ovviamente su un singolo protagonista; Francesco Mandelli (molto più famoso per essere uno de I soliti idioti) ha il ruolo di guida e narratore da una parte e di investigatore dall’altra, in una storia che arricchita con testimonianze di altre persone coinvolte finisce per destrutturarsi, moltiplicando versioni e punti di vista, disseminando dubbi ed incongruenze, che smentiscono il protagonista e che inducono il presentatore a scandagliare in maggiore profondità il reale andamento della vicenda…
Per lo spettatore l’unico modo per capire come siano andate concretamente le cose, e arrivare alla conclusione veritiera della storia, è connettersi alla rete e fruire dei contenuti video resi disponibili sul sito web del programma o scaricarne la versione per la telefonia mobile. In altri termini, per sapere come è andata a finire, per scoprire se il protagonista ha poi deciso di prendere quell’aereo, di iscriversi a quella scuola d’arte…lo spettatore deve spostarsi dall’apparecchio televisivo al computer, oppure al cellulare, perché è solo sul web che il protagonista, nella BlackBox – il cui nome rimanda alla scatola nera degli aerei, l’unico strumento che consente di scoprire la verità in caso di incidente – pressato dalle domande del conduttore, ricostruisce e spiega le motivazioni dei fatti, più o meno oscuri, narrati nella parte televisiva.
Prodotto da Plastic Multimedia e 360° PlayMaker per Mtv Italia, Blackbox è firmata da Paolo Taggi, (Domenica in, Stranamore, Turisti per caso, La Talpa, Per un pugno di libri, Il grande Talk). Si tratta probabilmente del primo esempio italiano di programma transmediale, con una significativa integrazione di TV, Internet e telefonia mobile. La scelta – molto integrale e coraggiosa – fu quella di rendere ‘obbligatoria’ la fruizione transmediale del prodotto, perché la visione della sola parte televisiva non offre un’esperienza di intrattenimento autoconclusiva. Lo spettatore è costretto a connettersi, perché i due minuti di trasmissione in cui viene rivelata la verità non vanno in onda su Mtv bensì sul suo sito Web.
Nel 2008 un programma di questo tipo era sicuramente innovativo rispetto al semplice rimando al sito che tutti i programmi televisivi e radiofonici offrivano da tempo. Non a caso BlackBox veniva presentato dalla stessa Mtv come un prodotto «pensato per sperimentare nuove forme e modalità di racconto che per realizzarsi completamente hanno bisogno di “viaggiare” su diverse piattaforme multimediali».
La maggiore criticità del programma era però proprio in questo obbligo alla transizione dal piccolo schermo alla rete, transizione che in anni in cui le applicazioni second screen erano ancora ai primordi e l’internet mobile non così diffuso, era meno immediata di quanto non lo sia oggi. È le storie raccontate nel segmento televisivo non sempre erano al punto da tenere lo spettatore sulle spine e indurlo a connettersi subito ad internet per conoscere il finale della storia. Ma soprattutto in questo spostamento dalla tv al web il ruolo del pubblico non mutava particolarmente, non c’era un coinvolgimento attivo – se non quello legato appunto alla migrazione transmediale da tv a web – perché non veniva sfruttata in alcun modo l’interattività del mezzo. Il pubblico rimaneva spettatore, non più davanti ad un televisore, ma davanti al monitor di un computer o al display di un smartphone. In sintesi a fronte di un percorso obbligato, era assente una motivazione forte che lo rendesse significativo in se stesso e motivato e motivante per il pubblico. Per inciso questo spezzettamento della storia su due medium perdeva ancor più senso perché sul sito di Mtv era disponibile l’archivio delle puntate precedenti, fruibili quindi sul web in maniera monomediale pochi giorni dopo la prima tv.
A presto.
Cor.P
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