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Vi segnalo il Workshop sul Transmedia Storytelling che terrò, insieme ad Andrea Nicosia di Webside, il prossimo 8 Maggio, dalle 14.00 alle 18.00 presso l’I-Lab Luiss. La partecipazione al workshop è gratuita, basta registrarsi qui.
Di seguito il programma del Workshop:
Il transmedia storytelling è l’articolazione di un racconto attraverso canali e strumenti differenti, per creare esperienze narrative più coinvolgenti. Il marketing è raccontare una storia.
Vedremo come i principi del transmedia storytelling possano applicarsi alla comunicazione d’impresa per rendere lo storytelling aziendale più efficace e come la narrazione transmediale possa essere sia di supporto all’impresa sia oggetto della stessa impresa.
Transmedia? Crossmedia? Definizioni e campi di intervento
Perché la narrativa funziona
Narrativa transmediale nell’era del content marketing
I ruoli: produttore, art director, sceneggiatore e oltre
Strumenti: quali esistono già e quali possono essere creati
I campi di applicazione della narrativa
Esempi di campagne di transmedia storytelling
Fare impresa con il transmedia storytelling
Progettazione di una operazione di narrativa transmediale
Di seguito il comunicato stampa di presentazione dell’evento:
Provate a realizzare una falsa rapina in banca e fallirete miseramente, non riuscirete a fare una “falsa” rapina perché realtà e finzione si mischieranno in modo irrimediabile. Jean Baudrillard usa questo esempio calzante per descrivere il simulacro: una sorta di sospensione in cui è impossibile distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, una condizione nella quale la nostra mente è costantemente e sempre più immersa.
Esistono degli indizi – raccolti attraverso quello che vediamo, annusiamo, ascoltiamo, leggiamo sui giornali, di cui facciamo esperienza sul web – che messi insieme ci fanno immaginare alcune cose piuttosto che altre. Tutti questi indizi si compongono nella nostra mente per formare quello che sappiamo del mondo. Una conoscenza che contiene tanti vuoti che riempiamo tramite un atto performativo, creando un modello mentale delle cose che ci circondano.
Questo è il modo in cui opera il nostro cervello: una modalità che tecnicamente si definisce “transmedialità”. Uno dei problemi più attuali del design è quello di non cogliere appieno tale possibilità, di non attivare modalità performative nelle persone, trascurando la transmedialità propria del nostro cervello. La conferenza si interroga proprio sulla transmedialità e sulle forme di comunicazione avanzata come opportunità per il design, cioè la possibilità di creare non solo un oggetto – un evento, un allestimento… – ma anche di descrivere, inventare, costruire virtualmente il mondo in cui questo oggetto vive. Sempre più world building e transmedialità sono cruciali nel mondo contemporaneo nel quale i media sono ubiqui. Smartphone, tablet, internet, social network, flash mob, etichette interattive, sensori, pubblicità, messaggi: la comunicazione ubiqua, nomade e interstiziale crea continuamente indizi su ciò che è vero, desiderabile, possibile, e che noi utilizziamo per formare i nostri modelli mentali del reale.
Nel corso dell’incontro sarà anche presentata la pubblicazione digitale “Un Simulacro per il Garbage Patch State” realizzata dagli studenti del Master in Exhibit & Public Design A.A. 2013. Un mondo virtuale e verosimile costruito intorno al Garbage Patch State, lo “Stato” fondato a Parigi nella sede dell’Unesco l’11 aprile 2013 dall’artista Maria Cristina Finucci costituito dalle gigantesche 5 isole di rifiuti che vagano negli oceani. La sua prima Festa Nazionale è celebrata con una installazione dell’artista sulla piazza del museo e l’apertura della sua prima Ambasciata a cui gli studenti del Master in Exhibit & Public Design partecipano con la mostra “6 Ambasciate per il Garbage Patch” allestita all’interno del Padiglione Educazione del MAXXI.
Partecipanti: Margherita Guccione – Direttore MAXXI Architettura Cecilia Cecchini – “Sapienza” Università di Roma, Direttore del Master in “Exhibit & Public Design” Salvatore Iaconesi – AOS Art is Open Source, docente, artista, hacker Andrea Natella – Kook Agency, giornalista, esperto di comunicazione anticonvenzionale Corrado Peperoni – “Sapienza” Università di Roma, esperto di narrazioni crossmediali Oriana Persico – AOS Art is Open Source, docente, artista, esperta di comunicazione
Vi segnalo il nuovo libro che Barbara Maio, tra le più brillanti esperte italiane di serialità televisiva statunitense, ha dedicato al network HBO…ecco un estratto del comunicato stampa che accompagna l’uscita del libro:
«HBO rappresenta oggi il punto di convergenza di molte delle innovazioni tecnologiche, estetiche e produttive che hanno investito il campo della serialità televisiva statunitense negli ultimi quindici anni. Network ormai affermato sul mercato, HBO ha costruito la sua identità realizzando, uno dopo l’altro, capolavori che hanno accelerato il cambiamento già in atto. La “brandizzazione” dei programmi HBO ha fatto sì che il network venisse prima del creator, prima degli attori, prima delle storie. HBO si fa “autore” dei propri programmi affiancandosi alle firme autoriali canonicamente riconosciute. Non è più solo importante che sia “un programma di” o “creato da”; è importante che sia un “HBO Original Programming”.
Il volume intende esplorare il fenomeno HBO dal punto di vista storico, estetico e produttivo, analizzandone l’ evoluzione, ed è arricchito da una introduzione di Jane Feuer ed una postfazione di Gianpaolo Caprettini, professore ordinario al Dams di Torino»
HBO. Televisione, Autorialità, Estetica
a cura di Barbara Maio (Bulzoni Editore, Roma 2011) Bulzoni Editore
Collana: Grandi serie televisive americane (3)
202 pagine, €18.00
ISBN: 978-88-7870-556-2
Di seguito l’indice del volume, al quale ho contribuito con un paper su Carnivale.
Vi segnalo l’ultimo numero di Ol3media – rivista online di Cinema, Televisione e Media Studies del Master Cine&Tv, Università Roma Tre – dedicato all’horror in presa diretta. Di seguito un estratto dalla mia introduzione:
«Negli ultimi venti anni il cinema horror ha mostrato una notevole vitalità e una apprezzabile capacità di rinnovamento, pur in assenza di un vero ricambio generazionale a livello autoriale – a grandi autori degli anni settanta/ottanta come Cronenberg, Carpenter, Hooper, Romero, Craven, Raimi, Argento – non sono corrisposti successori adeguati.
Mantenendosi fedele ai propri capisaldi, l’horror ha comunque evidenziato una mutevolezza, una permeabilità, una capacità di ibridarsi con altri linguaggi mediali e con altri generi, che ne ha confermato l’incrollabile appeal popolare, in una dinamica di culto per certi versi simile a quella che ha attraversato le diverse stagioni e le diverse evoluzioni dell’heavy metal.
Come frutti più evidenti di questa interessante stagione dello spavento sul grande schermo, possono essere indicati cinque sottogeneri:
-L’horror postmoderno e ipercitazionista, che vede il suo indiscusso capostipite in Scream, ritorno al successo planetario di Wes Craven dopo i fasti di Nightmare e l’unanime plauso della critica per il meno conosciuto Il serpente e l’arcobaleno. In realtà più che di un sottogenere vero e proprio si tratta di una tappa evolutiva del genere nel suo complesso;
– L’ondata degli horror orientali: Ringu, Ju-On, Dark Water, The Grudge, The Eye, Red Shoes, Two sisters, Shutter… solo per citarne alcuni. In questi film la paura affonda le proprie radici nella cultura dei paesi d’origine, nella religione buddista e shintoista, nelle quali i morti continuano a vegliare sulle persone vicine o a perseguitare quelle che hanno fatto loro male in vita. Per questo stesso motivo l’uso dello splatter, del gore, dell’effetto grandguignolesco è molto misurato, mentre tratto ricorrente è la presenza di sfumature melò, legate ai temi del bisogno d’amore o dell’infanzia/innocenza perduta;
-Il torture porn, che vede nella reiterata e compiaciuta esposizione dell’inflizione del dolore l’elemento distintivo fondamentale. A questo filone appartengono le fortunatissime saghe di Hostel e Saw, ma anche Martyrs, Serbian Film, Captivity…;
-Il remake degli horror anni settanta, da Non aprite quella porta a Le colline hanno gli occhi, da Halloween a The Fog, da Amityville Horror passando a La città verra distrutta all’alba fino a L’alba dei morti viventi. In questo caso molti appassionati hanno ritenuto quest’ondata di remake un indice di ripiegamento su stesso del genere, incapace di trovare nuove fonti di ispirazione;
-L’horror in presa diretta, o reality horror, o realist horror, che porta lo spettatore dentro l’orrore.
A quest’ultimo è dedicato il nuovo numero di Ol3media. Film come The Blair Witch Project, Rec, Rec2, Cloverfield, Paranormal Activity, Paranormal Activity2, Diary of the dead hanno creato e alimentato un nuovo sottogenere che ha saputo ispirarsi al passato sfruttando al meglio tecnologia, tensioni, e linguaggi del presente…»
Di seguito l’indice dei saggi contenuti in questo numero di Ol3Media:
L’inferno del Reale Diary of the Dead – Le cronache dei morti viventi di George A. Romero di Andrea Mariani What If It’s Real?: Live-record Horror and Popular Belief in the Supernatural di Joseph Laycock Il cannibalismo dei media in soggettiva e allo specchio: [.REC] di Jaume Balaguerò e Paco Plaza di Marco Cipolloni Revising Paranormal Activity: Paranormal Entity Is Reality Horror Perfected di Karley Adney A Pre-History Of ‘Reality’ Horror Film di Alexandra Heller-Nicholas George A. Romero’s Diary of the Dead and the Rise of the Diegetic Camera in Recent Horror Films di Zachary Ingle Double the Passive: The trials of the viewer/subject in Cloverfield and The Blair Witch Project di Keira McKenzie Lying to Reveal the Truth: Horror Pseudo-Documentaries and the Illusion of Reality di Don Tresca No Country For Old Cannibals: L’amazzonia di Deodato e i Mondo Movies di Marco Cipolloni Zero Day and Cloverfield: Shooting America’s Scars di Peter Turner Blood, evil and videotapes. L´orrore senza fine di Rec. di Miguel Ángel Pérez-Gómez e Milagros Expósito-Barea
Vi segnalo il Master di I livello in Produzioni e Linguaggi Cinema, Video e Tv, coordinato dal Prof. Vito Zagarrio, che si tiene presso l’Università Roma Tre, dipartimento Comunicazione e Spettacolo, nel quale sono titolare del modulo didattico dedicato alla Narrazione Crossmediale.
Le preiscrizioni si chiudono il prossimo 15 novembre.
Di seguito, a titolo informativo, il programma dell’edizione 2010 del Master, mentre per scaricare il bando dell’edizione A.A. 2010/2011 vi rimando al sito del Master.
PROGRAMMA DEL MASTER EDIZIONE 2010
La struttura didattica è indirizzata alla realizzazione di un prodotto audiovisivo (cortometraggio, documentario, pilota televisivo etc.) che possa servire da biglietto da visita per lo studente nel proseguimento della sua carriera professionale. Dopo una prima fase maggiormente teorica nella quale si appianeranno eventuali carenze storico-critiche, il corso si focalizzerà sulle varie fasi produttive: sceneggiatura, produzione, regia, montaggio, promozione.
Moduli di insegnamento
Storia e Critica del Cinema – – Docente Vito Zagarrio (60 ore)
Narrazione Cine&Tv – Docente Barbara Maio (60 ore)
Istituzioni di Regia – Docente Vito Zagarrio (60 ore)
Regia – Docente Alex Infascelli (50 ore)
Produzione – Docente Fabrizio Razza (40 ore)
Montaggio – Docente Pierpaolo De Sanctis (30 ore)
Sceneggiatura – Docente Ivan Cotroneo (30 ore)
Storia e Critica della Televisione – Docente Barbara Maio (60 ore)
Documentario – Docente Francesco Crispino (25 ore)
Organizzazione e Produzione Audiovisiva – Docente Silvia Geminiani (40 ore)
Il corso viene completato da alcuni incontri con una psicologa per una efficace preparazione al colloquio di stage o di lavoro, dalla partecipazione a seminari e convegni (interni ed esterni all’Università) e dalla partecipazione a programmi tv e visite di set.